Il racconto, un po´ surreale, di un territorio dove le persone si trasformano in alberi di mandorlo e i mandorli in persone.
Il mandorlo è una pianta dal passato affascinante e dalla storia molto antica; è un albero robusto, che cresce bene anche su terreni poveri, poco profondi e aridi.
La pianta selvatica è stata addomesticata nel tempo; i frutti in origine contenevano amigdalina, una sostanza dalla quale si ricava l’acido cianidrico, ma sono stati resi commestibili dall’intervento umano. Le origini di questa coltivazione sono tanto antiche quanto lontane: sembra che sia originaria delle regioni dell’Asia Centrale, che si sia diffusa in Grecia nel V sec. a.C. e che da qui, con le colonie greche, sia giunta in Italia.
Ma, se vogliamo credere alla mitologia greca, le origini del mandorlo ci appariranno più misteriose e romantiche: si narra infatti che Fillide, principessa di Tracia e Acamante, figlio di Teseo si innamorarono perdutamente; egli però dovette partire per la guerra di Troia.
La giovane principessa, dopo aver atteso dieci anni la fine della guerra, non vedendo l’amato fare ritorno e credendolo morto, si lasciò anch’essa morire per la disperazione.
La dea Atena, commossa, trasformò la ragazza in uno splendido albero di mandorlo. Acamante, sopravvissuto invece alla guerra, volle abbracciare la pianta, la quale, per ricambiare le carezze, fece sbocciare dai suoi rami fiori anziché foglie.
Quell’abbraccio si ripete ogni anno e anticipa la primavera.