Ai promessi sposi piace la frutta secca

Ai promessi sposi piace la frutta secca

Il segreto delle noci

Alessandro Manzoni era un esperto botanico e amava le piante e i fiori. Proprio sull’albero di noci e i suoi nutrienti frutti è dedicata buona parte del terzo capitolo dei Promessi Sposi. Fra Galdino giunge a casa di Lucia per la “cerca delle noci”: i preti vagando di casa in casa raccoglievano offerte di noci dalle quali ricavavano un olio ritenuto salutare per alcuni acciacchi del corpo. Così, mentre la promessa sposa va a prendere le noci il frate racconta la famosa storia del miracolo delle noci: Padre Macario, un anziano saggio di un convento in Romagna, esortò il proprietario di un vecchio noce di non farlo abbattere: l’albero ormai da anni non produceva più frutti, ma il padre disse che quell’anno avrebbe prodotto “più noci che foglie”.

Il proprietario conosceva la fama di padre Macario e lo ascoltò. La previsione si rivelò corretta; tuttavia il proprietario morì, lasciando un figlio egoista che pensava solo a divertirsi. Il padre andò da quest’ultimo a chiedere le noci ma egli gli negò l’offerta. E così il ragazzo al posto del mucchio di noci che teneva nel granaio si ritrovò un mucchio di foglie secche. La notizia di tutta la faccenda si diffuse velocemente nella regione, tanto che mai come quell’anno la cerca delle noci si rivelò propizia; un benefattore regalò addirittura al convento un asino per il trasporto delle noci. Dalle noci i padri produssero quell’anno così tanto olio che i poveri lo poterono andare a prendere gratuitamente. In cucina con i Promessi Sposi. Il libro che ci invita al pranzo nuziale di Renzo e Lucia. Scritto da Patrizia Rossetti appassionata di cucina ed edito da Macchionne, In cucina coi Promessi Sposi racconta la storia della cultura culinaria lombarda ai tempi di Renzo e Lucia.

L’autrice spiega che si tratta di pietanze semplici, spesso non molto saporite, o, al contrario, condite con molte spezie che oggi non sarebbero così gradite al nostro palato. Con qualche eccezione, come il risotto alla milanese, divenuto poi un piatto tipico regionale. Una delle pietanze più gradite nel Seicento era proprio la frutta secca, tanto da poter essere immaginata nel menù del pranzo nuziale di Renzo e Lucia costituito da quattro portate, o, come si diceva all’epoca da quattro servizi: il primo, antipasto con frutta secca, lardo, noci e l’immancabile gorgonzola; il secondo, zuppa reale e risotto allo zafferano; terza portata, brasato di manzo con polenta e, infine, gamberi di fiume.

La nostra frutta secca

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