Albicocca
L’albicocca veniva chiamata dai romani armeniacum, cioè mela armena perché da lì proveniva, o anche praecox, cioè “precoce” perché maturava prima della pesca e da questa radice è derivato il termine greco praikokion. Il nostro “albicocca” – così come l’abricot francese, l’apricot inglese e lo spagnolo albaricoque – deriva invece dall’arabo albarquq.
Che cos’è l’albicocca?
L’albicocca è il frutto dell’albicocco, Prunus armeniaca, appartenente alla famiglia delle Rosaceae, originario dell’Asia occidentale e forse della Cina, dove è stato addomesticato e coltivato dal 2.000 a.C. circa per la sua deliziosa frutta commestibile.
Origini e aspetti botanici dell’albicocca
L’origine dell’albicocco è triplice: cinese, centro-asiatica e caucasica, tutte zone dove la specie è diffusa fin dal 3000 a.C. Dagli areali di origine, grazie alle carovane dei mercanti, si estese lentamente verso Ovest, attraverso l’Asia centrale, raggiungendo l’Armenia e il Medio Oriente. Il suo binomiale botanico Prunus armeniaca è dovuto alla convinzione, da parte di Linneo, delle origini armene della pianta. L’Armenia rimane uno snodo fondamentale per la diffusione di questo albero, da lì venne introdotta in Grecia e in Europa, grazie soprattutto alle spedizioni di Alessandro Magno, prima, e dal generale romano Lucullo, poi, che fecero conoscere in Occidente diverse varietà di piante fino ad allora ignote. I romani la introdussero in Italia e in Grecia nel 70-60 a.C., ma la sua diffusione nel bacino del Mediterraneo fu consolidata successivamente dagli arabi. L’albicocco tuttavia fino al secolo scorso non ha avuto una reale diffusione in Europa e in America, che raggiunse grazie ai coloni inglesi. L’albero cresce spontaneo anche sull’Himalaya attorno ai 3.000 metri di altezza grazie alla resistenza del fusto verso il clima rigido.
L’albicocco è un albero di modeste dimensioni, allo stato selvatico può raggiungere addirittura i 12-13 metri d’altezza, mentre nelle coltivazioni viene tenuto sotto i 3,5 metri per comodità di cura e di raccolta; è una specie caducifoglia che entra in riposo vegetativo durante l’inverno.
Albicocca varietà
Le varietà più coltivate nel nostro Paese, spesso con tecniche diversificate a seconda delle regioni di produzione e del relativo clima, sono Tyrinthos, Aurora, Reale d’Imola e Portici, mentre quelle più pregiate sono certamente la Monaco, la Baracca, la Reale di Imola, la Luizet, la Pesca di Nancy, la Precoce Cremonini e la Val Venosta. Di seguito sono elencate le principali varietà impiegate per l’essiccazione:
- Bulida, è una varietà rustica spagnola che si adatta ad ogni tipo di suolo, incluso quello secco;
- Canino, varietà spagnola che presenta esigenza media nel suolo;
- HacIhaliloglu, è la più importante cultivar di albicocche essiccate della Malatya, selezionata nel 1850;
- Portici, è una pianta vigorosa, dalla produttività elevata e costante;
- Dulcinea, cultivar interessante per l’alto tenore in zuccheri, particolarmente adatta alla trasformazione in puree o per l’essicazione.
- Pinkcot, dall’aspetto attraente con forma tondeggiante, ha colore arancio intenso e di aspetto luminoso. La buccia è resistente alla manipolazione.
- Tom Cot, di colore arancio intenso, con sopraccolore rosso brillante. Ha forma oblunga e regolare, con polpa molto dolce e succosa.
- Kioto, questa varietà ha un aspetto attraente, con forma rotonda. La pezzatura è medio-elevata e il gusto si distingue per aroma e contenuto zuccherino
Albicocca paesi produttori
Il bacino del Mediterraneo è certamente uno dei più efficaci richiami geografici per indicare le più solide coltivazioni mondiali dell’albicocco. Dalle Colonne d’Ercole al Bosforo, qui si affacciano alcuni dei territori più generosi per questa pianta: Italia, Spagna, Francia, Grecia, Algeria e Turchia. Queste le nazioni leader nella produzione di albicocche tra Europa e Maghreb. In questo elenco mancano però tre dei principali Paesi produttori: Iran, Pakistan e Uzbekistan.
Albicocche disidratate
Le albicocche sono uno dei frutti più adatti all’essiccazione. Per ottenere risultati ottimali, vengono selezionate albicocche sode e mature. Per la preparazione le albicocche vengono lavate, tagliate e denocciolate. Le albicocche spesso vengono trattate con anidride solforosa prima dell’essiccazione. Questo conservante è riconosciuto come sicuro, nelle quantità consentite. Sempre più si stanno diffondendo albicocche secche che non hanno subito alcun trattamento con bisolfiti e infatti presentano una colorazione tendente al marrone dovuta a imbrunimenti enzimatici e non enzimatici, come le nostre albicocche disidratate al naturale senza conservanti aggiunti. Su fruttaebacche.it trovi solo albicocche secche al naturale, senza anidride solforosa e dal caratteristico colore marrone scuro
Albicocca proprietà
A seguire riportiamo le proprietà nutrizionali dell'albicocca in base ai dati del Laboratorio: Chelab - Merieux NutriSciences*.
MINERALI |
VNR (Valori nutritivi di riferimento) |
||
Calcio | mg | 66,3 | 8% |
Ferro | mg | 1,3 | 9% |
Magnesio | mg | 40,9 | 11% |
Fosforo | mg | 74,4 | 11% |
Potassio | mg | 1352 | 68% |
Zinco | mg | 0,40 | 4% |
Rame | mg | 0,37 | 37% |
Manganese | mg | 0,24 | 12% |
Selenio | µg | 0 | 0% |
VITAMINE | |||
Vitamina C | mg | 0 | 0% |
Tiamina / Vit. B1 | mg | 0,14 | 13% |
Riboflavina / Vit. B2 | mg | 0 | 0% |
Niacina / Vit. PP | mg | 0,97 | 6% |
Acido pantotenico | mg | 0,50 | 8% |
Vitamina B6 | mg | 0,16 | 11% |
Folacina / Vit. B9 | µg | 0 | 0% |
Vitamina B12 | µg | 0 | 0% |
Vitamina A / Retinolo | µg | 0 | 0% |
Vitamina E | mg | 0 | 0% |
Vitamina D | µg | 0 | 0% |
Vitamina K | µg | 2,5 | 3% |
Biotina / Vit. H | µg | 0 | 0% |
GRASSI INSATURI | |||
Acidi grassi insaturi | g | 0,30 | |
Acidi grassi monoinsaturi | g | 0,027 | |
Acido oleico | g | 0,017 | |
Acidi grassi polinsaturi | g | 0,28 | |
Acido linoleico | g | 0,16 | |
Acido alfa-linolenico | g | 0,12 | |
Omega 3 | g | 0,12 | |
Omega 6 | g | 0,16 | |
Somma omega 3 / somma omega 6 | 0,74 |
Albicocca curiosità
Una leggenda racconta che in origine l’albicocco era solo una pianta ornamentale con bei fiori bianchi. Quando l’Armenia venne invasa dai nemici fu ordinato di abbattere tutti gli alberi che non producevano frutto per ottenerne legname, e questo sarebbe stato anche il destino dell’albicocco se una fanciulla non avesse pianto sotto la sua chioma per tutta la notte. Al mattino sull’albero erano cresciuti dei frutti dorati: le albicocche, appunto. In altre leggende l’albicocca viene anche indicata come il frutto proibito assaggiato da Adamo ed Eva, al posto della mela. Un’altra notizia si ha dai trattati medici arabi: pare che venisse usato per curare il mal d’orecchi. Nella tradizione popolare inglese sognare l’albicocca porta fortuna, mentre altrove simboleggia la timidezza in amore; secondo un’altra versione se la si sogna secca preannuncia perdite e danni.
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Fonti:
*Dried Fruit Book, Babini V., Buccella F., Castagnoli M., Nanni F., Tosi F., Zani M., NutsforLife Edizioni - Cambiamenti
Nutspaper 1/2016
Francesca Buccella, I macro e micro nutrienti nella frutta secca, disidratata, nei semi oleosi e nei prodotti macinati, NutsforLife Edizioni, 2020