L’ananas viene universalmente considerato il frutto esotico per eccellenza. Si tratta infatti di uno dei frutti tropicali più consumati al mondo, secondo soltanto alla banana. Ma come viene chiamato nel mondo?
Il frutto dell’Ananas comosus è in realtà una infruttescenza e deve il suo nome al termine portoghese “ananás”, a sua volta derivato dal termine guaranì “naná” che significa profumo. In particolare, l’uso di tale denominazione è attestato già a partire dalla prima metà del XVI secolo in portoghese e dalla seconda metà dello stesso secolo in spagnolo in quanto prestito linguistico dal portoghese brasiliano.
Il caratteristico tratto esotico di questo succoso frutto è chiaro se rapportato alla sua provenienza: infatti il principale produttore ed esportatore dell’ananas è il piccolo stato della Costa Rica, situata in America centrale. Nella lingua locale (ovvero in spagnolo), ci si riferisce all’ananas chiamandolo in diversi modi: infatti, se in spagnolo europeo il termine maggiormente utilizzato sembra essere “piña” in quanto derivato dalla somiglianza del frutto dell’Ananas comosus con il frutto del pino, a sua volta chiamato piña, nello spagnolo utilizzato in America centrale (tra cui anche in Argentina e Uruguay) si hanno più varianti a disposizioni, tra cui “ananás”, “ananá” e, seppur più raramente, “matzatli”. L’origine di questi ultimi è chiaramente influenzata da influssi di lingua portoghese.
Nonostante la maggior parte della produzione sia collocata in Costa Rica, tra i principali paesi produttori ed esportatori di ananas si trovano anche Brasile, Filippine, India, Tailandia, Ghana, Colombia e Messico. Si tratta principalmente di paesi con clima tropicale in cui le condizioni sono particolarmente favorevoli per la coltivazione dell’ananas.
La maggior parte delle importazioni di ananas si osserva negli Stati Uniti e in Europa, con i Paesi Bassi che primeggiano nel continente. Infatti, nei Paesi Bassi soltanto un 30% circa degli import di ananas vengono consumati, mentre la restante parte viene lavorata per essere poi esportata a sua volta. Altri mercati fortemente in crescita dal punto di vista dell’importazione di ananas sono Cina e Russia.
In Europa si osserva una quasi totale omogeneità per quanto riguarda i termini utilizzati per riferirsi all’infruttescenza dell’Ananas comosus: infatti, escludendo alcune eccezioni, nella maggior parte delle lingue europee si parla di “ananas”. Ciò avviene non solo in italiano, ma anche in francese, tedesco, olandese, portoghese (“ananás”), danese, polacco e ceco. Soltanto lo spagnolo europeo (“piña”) e l’inglese (“pineapple”) rappresentano un’eccezione.
L’origine del nome “pineapple” è curiosa. In inglese, fin dai tempi antichi, si era soliti rinominare i frutti stranieri (tra cui anche la frutta secca e la verdura) utilizzando il suffisso “apple”; tale utilizzo si osserva ad esempio per gli anacardi (“cashew apple”) e la papaya (“thorn apple”). Si può quindi dedurre che il termine “pineapple” derivi da questo utilizzo della parola “apple” alla quale venne aggiunta la parola “pine” per una questione di somiglianza tra la pigna, ovvero il frutto del pino, e l’ananas. In effetti la somiglianza è chiara: i due frutti condividono indubbiamente la forma ovoidale e la buccia resistente ed appuntita. Fu questo probabilmente il ragionamento dietro alla denominazione dell’ananas in inglese da parte di un esploratore inglese nel XVII secolo, il quale non era a conoscenza del nome inglese “ananas” già utilizzato all’epoca e successivamente caduto in disuso nel XIX secolo.
L’ananas è un frutto dalle molteplici proprietà, la cui polpa dal colore giallo acceso e il cui succo vengono utilizzati in cucina per la preparazione di tantissime gustose ricette dolci e salate. Molto sviluppato è anche il consumo di ananas essiccato, tagliato a rondelle oppure a tocchetti.
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