Dietro al nome misterioso della pitaya (frutto del drago), si nasconde un frutto dal gusto dolce e delicato e dai colori sgargianti, in cui il rosa intenso della buccia contrasta visivamente con la polpa bianca e i semini neri e croccanti (alcune varietà presentano invece una buccia gialla).
Il nome “frutto del drago” deriva forse dalla forma, caratterizzata da lingue allungate che avvolgono il frutto, ricordando così una palla di fuoco.
Originaria dell’America Centrale, la pitaya (Hylocereus undatus) è un cactus rampicante che può raggiungere i 10 metri di altezza, con bellissimi fiori bianchi che si aprono di notte.
Il “frutto del drago” è ricco di sali minerali (magnesio, potassio, fosforo, manganese) e vitamina E (contenuta principalmente nei semini), dimostrandosi un alleato prezioso per la salute, affiancato a una dieta equilibrata e a uno stile di vita sano.
In particolare, il magnesio ha effetti positivi sulla riduzione della stanchezza, e, insieme al potassio, contribuisce al buon funzionamento dei muscoli e del sistema nervoso.
Il fosforo contribuisce all’assorbimento del calcio nell’intestino e aiuta quindi a mantenere ossa e denti sani.
Il manganese concorre al metabolismo energetico e, insieme alla vitamina E, sviluppa una buona azione antiossidante, proteggendo le cellule del corpo dai radicali liberi.
Inoltre, grazie al basso contenuto calorico (36 kcal ogni 100 grammi di polpa), la pitaya è una fonte di energia per il corpo e per la mente senza risultare pesante per l’organismo o rallentare la digestione.
La pitaya può essere mangiata fresca, gustando la polpa con un cucchiaino o aggiungendo lime e zucchero; potete trovare anche succhi e frullati, tra cui l’agua de pitaya.
Ma, se non siete ai Tropici... Potete provare la pitaya essiccata Frutta e Bacche: usatela come ingrediente per frullati, ma anche in torte e biscotti o aggiungendola a un yogurt, a colazione o per una merenda sana ed energetica.
